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Uomo di Similaun Linnaeus, 1758

Uomo di Similaun Linnaeus, 1758

foto 20
Foto: Thilo Parg
(Da: it.wikipedia.org)

Phylum: Chordata Haeckel, 1874

Classe: Mammalia Linnaeus, 1758

Ordine: Primates Linnaeus, 1758

Famiglia: Hominidae Gray, 1825

Genere: Homo Linnaeus, 1758

Descrizione

Si tratta del corpo di un essere umano di sesso maschile, risalente a un'epoca compresa tra il 3300 e il 3100 a.C. (età del rame), conservatosi grazie alle particolari condizioni climatiche all'interno del ghiacciaio (in Siberia sono stati ritrovati mammut conservatisi in condizioni analoghe). L'esame degli osteociti ha collocato l'età della morte fra i 40 e i 50 anni. Da studi effettuati, è nata l'ipotesi che l'uomo potesse essere originario della zona di Bressanone. In seguito ad analisi sul DNA mitocondriale del corpo mummificato, è risultato che il ceppo genetico dell'uomo di Similaun risulta non più presente a livello mondiale. Il corpo di Ötzi, inizialmente conteso tra Italia e Austria, è attualmente conservato al Museo Archeologico dell'Alto Adige di Bolzano. Nella valle del rinvenimento è invece situato l'Archeoparc-Museum Val Senales, un museo interattivo che illustra le numerose scoperte ottenute grazie al ritrovamento e ricostruisce l'ambiente di vita di Ötzi. Dal 2007 è attivo all'Eurac di Bolzano l'Institute for Mummies and the Iceman (Istituto per le mummie e l'iceman) che promuove la ricerca internazionale specializzata esclusivamente in studi sulle mummie. Uno studio del 2011 dell'Istituto per le mummie e l'Iceman di Bolzano, per mezzo di un'analisi al microscopio effettuata dal microbiologo Frank Maixner ha stabilito che il penultimo pasto di Ötzi fu a base di carne di stambecco, cereali e bacche, mentre l'ultimo pasto si era supposto inizialmente fosse a base di carne di cervo. In realtà, una ricerca dell'Eurac ha rivelato che si trattava di speck di stambecco. Una mappa genetica, ottenuta da un gruppo internazionale dell'Accademia Europea di Bolzano, ha rilevato la presenza, nel DNA, di tratti genetici comuni a quelli dei sardi e dei corsi. La mappatura ha rivelato l'appartenenza al gruppo sanguigno 0, la predisposizione a malattie cardiovascolari, l'intolleranza al lattosio, la presenza della malattia di Lyme. In occasione del ventesimo anniversario della scoperta, a fine febbraio 2011 viene presentata al pubblico un'accurata ricostruzione dell'Uomo di Similaun. Nel 2016 alcuni esperti di foniatria dell'ospedale San Maurizio di Bolzano e del CNR di Padova sono riusciti a risalire alla voce, in realtà sono state riprodotte le 5 vocali italiane a partire dal suo apparato fono-articolatorio. Tali vocali vengono pronunciate grossolanamente e con una voce profonda restituendo solamente un'idea del suo timbro di voce, e quindi di un uomo vissuto 5300 anni fa. La mummia fu ritrovata dai coniugi tedeschi Erika e Helmut Simon di Norimberga durante un'escursione, compiuta tra il 19 settembre e il 22 settembre 1991 presso il confine italo-austriaco, sullo Hauslabjoch. L'attribuzione del nome Uomo del Similaun o anche Uomo del Hauslabjoch, deriva dal toponimo registrato più vicino al luogo di ritrovamento, appunto il Similaun. Inizialmente si pensò che si potesse trattare di un alpinista scomparso in età recente, tanto che venne attivata la gendarmeria austriaca. Durante il recupero, avviato senza particolari accorgimenti conservativi, furono danneggiate parti del corpo (tessuti esterni, femore sinistro in modo serio e genitali) e dell'equipaggiamento dell'uomo. Il corpo fu inizialmente portato in Austria (Innsbruck) dove fu esaminato da esperti e attribuito a un antico abitante di queste zone, soprannominato in seguito da un giornalista Ötzi - o, con altra grafia, Oetzi - vezzeggiativo derivato dal luogo del ritrovamento (Ötztal nel Tirolo del Nord). In seguito alla determinazione che il luogo di ritrovamento si trovava di pochi metri in territorio italiano, in base a un accordo con la Provincia autonoma di Bolzano e il governo austriaco, la mummia è stata trasferita in Italia. La mummia del Similaun è conservata a Bolzano, al Museo Archeologico dell'Alto Adige, in un'apposita struttura che la mantiene le condizioni di conservazione pur permettendone l'osservazione. Il corpo viene conservato in una stanza con circa il 99,6% di umidità e -6 °C. Ogni due mesi un medico specializzato spruzza sulla mummia dell'acqua distillata, che congelandosi forma una patina protettiva e restituisce lo 0,4~0,5% di umidità mancante. La mummia è visibile solamente tramite una finestra di circa 30 × 40 cm. Solo nell'estate del 2010 si è definitivamente concluso il processo per il ritrovamento della mummia. Infatti, dopo una azione legale durata quasi 20 anni, il presidente della provincia di Bolzano Luis Durnwalder ha consegnato ai coniugi Simon una cifra di 175 000 euro tramite il legale Georg Rudolph. Nel 2008 venne effettuata la datazione al radiocarbonio che gli attribuisce un'età compresa tra 5300 e il 5200 anni, ponendolo nell'Età del rame, momento di transizione tra il Neolitico e l'Età del bronzo. Si tratta dunque di un antico esemplare mummificato di Homo sapiens. Assieme al corpo furono ritrovati anche resti degli indumenti e oggetti personali di grande interesse archeologico, come un arco in legno di tasso, una faretra con due frecce pronte e altre in lavorazione, un pugnale di selce, un "correttore" per lavorare la selce, un'ascia in rame (dalla quale si evince un'estrazione medio-alta dell'uomo del Similaun, dato che il rame a quei tempi era un materiale pregiato), una perla in marmo, esche e acciarino e uno zaino per contenere questi oggetti. Proprio l'ascia in rame costituisce un punto di collegamento con la cultura di Remedello nel Bresciano, nelle tombe della quale sono state ritrovate asce della stessa fattura. Come spesso capita per tutti i ritrovamenti archeologici di una certa eccezionalità, anche attorno a Ötzi sono state formulate una grande quantità di teorie, spesso prive di vero fondamento scientifico, su chi fosse, come fosse morto, cosa facesse nel luogo del ritrovamento. Recenti analisi hanno evidenziato la presenza di una punta di freccia in selce all'interno della spalla sinistra (penetrata a fondo in direzione del cuore) e alcune ferite e abrasioni (tra cui un taglio in particolare sul palmo della mano destra) che portano a ipotizzare una morte violenta piuttosto che per cause naturali, come era stato ipotizzato in un primo momento. La postura innaturale del corpo parrebbe risalire a un tentativo di estrarre una freccia dalla schiena; ulteriori elementi fanno pensare a un gruppo - di cui faceva parte - scampato a un agguato, con probabilmente un compagno che avrebbe trasportato il corpo a spalla fino al luogo della morte. Grazie alle moderne nanotecnologie, si è potuto verificare che i globuli rossi prelevati dalle ferite sulla schiena e sulla mano destra di Ötzi risalgono a 5.300 anni fa. In primis, analizzando le superfici lese si sono trovate tracce dei globuli grazie a un'attenta analisi al microscopio. In seguito, grazie alla spettroscopia Raman, si è potuto verificare che questi tessuti erano proprio globuli rossi e non pollini o batteri. Inoltre l'analisi ha discriminato anche la presenza di fibrina, una proteina specifica per la coagulazione del sangue umano, che andrebbe a sostenere la tesi che la morte di Ötzi sarebbe avvenuta per la ferita riportata dalla freccia. Il 21 agosto 2008 è stato reso noto che Hollemeyer e altri suoi colleghi dell'Università del Saarland hanno condotto un'analisi su alcuni pezzi dei vestiti e delle scarpe della mummia utilizzando uno spettrometro di massa, che permette di determinare la composizione chimica dei campioni, che a parere dei ricercatori può dare risultati più affidabili del test del DNA nell'analisi di pelli lavorate. I ricercatori hanno pubblicato i risultati delle loro ricerche su Rapid Communications in Mass Spectrometry e hanno osservato che i peptidi delle proteine presenti nei peli antichi sono del tutto simili a quelli di varie specie di animali allevati ancora oggi, fatto che induce a pensare che Ötzi sia stato un pastore che a volte portava la mandria al pascolo durante gli spostamenti stagionali. L'archeologo e storico Paul Gleirscher invece ritiene che Ötzi non possa essere considerato un pastore, bensì un appartenente a una classe "nobiliare", visto il suo ricco corredo. Secondo lo studio del DNA contenuto nei suoi mitocondri, Ötzi appartiene a un sottogruppo che, in base alle conoscenze attuali, non ha lasciato eredi. I mitocondri, contenuti in ogni cellula ed ereditati dalla madre, contengono, assieme al nucleo, materiale genetico. L'antropologo Franco Rollo ritiene che probabilmente Ötzi possa rappresentare il capolinea di un gruppo di esseri umani vissuti in passato e che si sono estinti, tra le varie ragioni, per esiguità. Ötzi è considerato il primo essere umano tatuato di cui si abbia conoscenza; sul suo corpo si trovano ben 61 tatuaggi; per questa ragione, è diventato molto famoso tra i tatuatori di tutto il mondo. La tecnica utilizzata nel calcolitico appare diversa da quella moderna: non venivano usati aghi, ma erano invece praticate delle piccole incisure della pelle, poi ricoperte con carbone vegetale per ottenere l'immagine. I tatuaggi dell'uomo del Similaun consistono in semplici punti, linee e crocette: si trovano in corrispondenza della parte bassa della colonna vertebrale, dietro il ginocchio sinistro e sulla caviglia destra. Siccome esami radiologici hanno individuato forme di artrite proprio in quei punti, si presume che tali immagini avessero una funzione di tipo curativo o religioso, al fine di alleviare i dolori. Altri studiosi hanno proposto che i tatuaggi fossero i punti per la pratica dell'agopuntura. I punti di pressione dell'agopuntura moderna (che è rimasta invariata per millenni in Cina e in Asia in generale), si discostano di poco da quelli dei tatuaggi dell'Uomo dei Ghiacci, perciò è stato ipotizzato che i tatuaggi siano punti di pressione per questa tecnica; in questa ipotesi il valore dei tatuaggi sarebbe puramente di reminiscenza e mnemonico per Ötzi e non avrebbero alcun valore "spirituale" o magico.

Diffusione

La Mummia del Similaun, anche nota come Uomo del Similaun è un reperto antropologico ritrovato il 19 settembre 1991 sulle Alpi Venoste, ai piedi del monte omonimo (ghiacciaio del Similaun, 3.213 m s.l.m.) al confine fra l'Italia (la Val Senales in Alto Adige) e l'Austria (la Ötztal nel Tirolo).

Bibliografia

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–I segreti di Ötzi (2012), di Albert Zink, Alessia Franco, Dario Piombino-Mascali, Eduard Egarter-Vigl, Paul Gostner. In "Archeologia Viva", n. 154 (luglio-agosto): pp. 46-56.
–(DE) Die Welt der Mumien: von Ötzi bis Lenin (2012), di Albert Zink. Von Zabern, Darmstadt. ISBN 978-3-8053-4534-7.
–(EN) A whole mitochondria analysis of the Tyrolean Iceman’s leather provides insights into the animal sources of Copper Age clothing, by Niall J. O’Sullivan, Matthew D. Teasdale, Valeria Mattiangeli, Frank Maixner, Ron Pinhasi, Daniel G. Bradley & Albert Zink, Scientific Reports 6, Article number: 31279 (2016), doi:10.1038/srep31279, Published online: 18 August 2016.


00101 Data: 30/09/2013
Emissione: Uomini preistorici
Stato: Niger
Nota: Emesso in un foglietto di 4 v. diversi